Alla scoperta del “gattese”: così ci “parla” il nostro micio!

 

“FA LA PASTA”

  • Si dice che un un gatto “fa la pasta” o “fa il pane” quando con le zampine anteriori esercita sul suo umano (in genere sulla pancia) una specie di massaggio ritmico che a noi ricorda i movimenti della nonna quando impastava la farina. I veterinari parlano invece di “danza del latte” perché questo è un tipico comportamento del cucciolo che “fa la pasta” sul ventre della mamma, attorno al capezzolo, per stimolare la fuoriuscita di latte. Un gatto adulto che “fa la pasta” al proprio umano ha una sorta di regressione infantile: si sente rilassato e sicuro e non teme di esprimere il proprio legame di affetto e reciproca appartenenza.

SI ACCOCCOLA IN AGGUATO E FA VIBRARE IL SEDERE E LA CODA

  • Il micio è un felino e la cosa che riesce meglio a tutti i felini è l’agguato del predatore: i mici di casa si accoccolano in genere dietro una tenda, un mobile, una pianta, insomma un riparo qualsiasi pronti a balzare in agguato sulle pantofole del primo umano che passa; è un gioco, ovviamente, anzi il gioco felino per eccellenza. Se però il micio non riesce a controllare unghie e denti e ferisce, allora è meglio parlarne al veterinario.

SCODINZOLA

  • Ecco uno dei “messaggi” di lingua gattese più fraintesi. I cani, si sa, scodinzolano e agitano coda e sedere quando sono felici, e di solito si tende a pensare che anche nei gatti lo “scodinzolio” insistente e ampio sia un messaggio di gioia. Non e affatto cosi: il gatto che agita la coda, con movimenti sferzanti e incostanti, è in uno stato di nervosismo transitorio che potrebbe evolversi in una fuga o in un attacco aggressivo.

FISCHIA E SOFFIA

  • I gatti possono emettere un sibilo o fischio sordo, quasi un soffio prolungato, arcuando il corpo, rizzando i peli, agitando nervosamente la coda e mostrando anche i denti. Si tratta di un’espressione di minaccia e aggressività che non di rado può precedere un attacco (una zampata, ad esempio).

PRODUCE UN MIAGOLIO BREVE E CHIARO

  • I gatti producono un’ampia gamma di vocalizzi, suoni e miagolii, ciascuno dei quali ha un significato particolare. Alcuni esemplari e alcune razze (come il siamese e il siberiano, ad esempio) sono molto “chiacchieroni”, altri più “silenziosi”. In tutti i casi, non è facile imparare a interpretare i vocalizzi del gatto: è molto più semplice capire i brontoli di un cane. In genere, un miagolio breve, secco e chiaro (non sommesso) è il più cortese dei saluti in gattese: “Ciao amico mio, io sono qui!”

 

Fonte: tratto da un bel servizio di Anissia Becerra su Airone, marzo 2017



zooplus.it

Sara & Simone

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