Gatto Siberiano: tenero gigante!

Dentro di sé, incisa nel codice genetico, il gatto Siberiano conserva l’eredità delle vite vissute dai suoi antenati, il ricordo del freddo patito in condizioni climatiche estreme. Le basse temperature hanno forgiato la tempra e l’aspetto delle vecchie generazioni (i progenitori del Siberiano), determinando la forma e il carattere degli attuali discendenti.

Se oggi questo gatto è così come lo conosciamo, la spiegazione va cercata in una storia di cui tuttavia si perdono le tracce man mano che si tenta di risalire lungo il suo albero genealogico. In Russia i gatti con pelo lungo sono diffusi da secoli, gli unici che sopportano quel clima così freddo, ma non sappiamo di preciso che cosa li abbia spinti o chi li abbia accompagnati nella regione siberiana.

 

GATTI IN ESILIO

Secondo alcuni esperti di questa razza felina, i progenitori dei gatti Siberiani sono giunti in Siberia insieme a famiglie russe immigrate oppure esiliate: in quanto animali d’affezione, hanno condiviso la medesima sorte dei loro amici umani.

Esemplari simili si diffusero anche in Turchia, dove, incrociandosi con gatti autoctoni, diedero origine al gatto d’Angora, e nell’odierno Iran generando il Persiano, sempre accoppiandosi con mici indigeni. Ciò significa che il Siberiano può essere, almeno in teoria, il punto di partenza di altrettanto note razze di gatto a pelo lungo.

Il manto a pelo lungo è riconducibile a una mutazione che forse si era già verificata tempo addietro in Russia, prima cioè che i gatti fossero trasferiti in Siberia (o altrove). Il pelo lungo serviva a proteggere quei gatti domestici dal freddo e ha permesso loro di adattarsi e sopravvivere persino dove la colonnina di mercurio del termometro scende molto sotto lo zero.

Il mantello al lungato (nonché idrorepellente) può essersi sviluppato per mezzo di una selezione naturale, oppure fu acquisito a seguito dell’unione con altri gatti che avevano quella caratteristica (fondamentale per garantire un futuro ai pronipoti). In un modo o nell’altro, la: natura provvedette a donare a questi felini i mezzi necessari per favorirne il successo.

NOTO IN PATRIA MA SCONOSCIUTO ALTROVE

Pur trattandosi di un gatto piuttosto conosciuto e apprezzato nella madrepatria russa, le fonti e le testimonianze scritte che attestino la sua presenza sono assai scarse. È probabile che Harrison Weir l’abbia descritto nel suo celebre libro Our Cats and All About Them (1889), nella fattispecie in un capitolo dedicato alle varietà di felini domestici a pelo lungo note all’epoca, dove si trova citato un non meglio precisato esemplare russo dal denso e lanoso vello medio-lungo, il corpo robusto, occhi larghi e luminosi di color arancione, sfilato sulle passerelle della fiera internazionale dei gatti del luglio 1871 al Crystal Palace di Londra.

UN OMAGGIO RECIPROCO

La parte nota della storia di questo gatto è più recente: sappiamo che tra le prime persone a importare il Siberiano negli Stati Uniti ci fu Elizabeth Terrell di Baton Rouge in Louisiania. Quest’ultima era un’allevatrice di Himalayano, nonché un’appassionata di cultura russa; nel 1988 accettò di donare alcuni esemplari di Himalayano a Nelli Sachuk del Kotofei Cat Club di San Pietroburgo, per aiutarla a diffondere quella razza in Russia.

Nel 1988 si organizzò addirittura la prima fiera di gatti a Mosca. La Terrell inviò quattro Himalayani alla Sachuk, la quale – per manifestare la sua gratitudine – replicò spedendole tre gatti Siberiani nel giugno 1990. Sedotta dal fascino dei mici provenienti dalla Russia, l’allevatrice americana investi migliaia di dollari per ottenerne altri e si batté al fine di avere un riconoscimento ufficiale per la razza.

 

UN FISICO TENACE

Come accennato, parliamo di un gatto che sembra “progettato” per resistere a condizioni climatiche estreme. La taglia può variare da media a medio-grande e in generale si tratta di uno dei più voluminosi felini d’appartamento (pesa dai 6 agli 11 kg): il corpo non è lungo né slanciato ma dotato di una buona massa muscolare.

La testa risulta larga, eppure proporzionata al resto, e dalla forma arrotondata. Il muso ha lineamenti dolci, non troppo pronunciati, ma è bello paffuto, incorniciato da orecchie tonde, abbastanza larghe; vispo ed espressivo, con grandi occhi vigili, il cui colore può spaziare dal verde al rame, blu e oro, brillanti come fari e connotati da uno sguardo gentile.

Il manto è lungo e folto, composto da tre strati, che possono avere diverse tonalità, anche con macchie e chiazze ben definite. Le zampe sono tutt’altro che esili, quelle posteriori appena più alte di quelle anteriori, e poggiano su piedi ben torniti adornati da ciuffi. La coda è di media lunghezza, più corta rispetto al corpo e spessa all’attaccatura…

 

Fonte: “Gatto Siberiano: tenero gigante!” è estratto da un bel servizio di Tito Parrello tratto da L’Arca di Noè, settembre 2019
Fonte immagine: Foto gratis: gatto, animale domestico, animale, carina, ritratto, gattino, urbano (pixnio.com)

Sara & Simone

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