Quando il nostro amico peloso invecchia…

L’invecchiamento o l’insorgere di patologie gravi e invalidanti rendono spesso difficile la gestione quotidiana dei nostri animali domestici.

In molti casi, sono proprio loro i primi ad accorgersi del cambiamento: alcuni diventano più docili, altri più irritabili o confusi.

Per noi proprietari, è doloroso assistere a questa trasformazione, ma possiamo fare molto per accompagnarli con amore e rispetto fino alla fine.

Nelle prime fasi del declino fisico è fondamentale adottare piccole accortezze che possono migliorare la qualità della loro vita: fornire cucce e giacigli comodi, evitare sforzi eccessivi, non sgridarli se sbagliano, ma soprattutto fargli sentire la nostra vicinanza.

Molti animali, quando si rendono conto di non riuscire più a muoversi come prima, possono provare paura: rassicurarli con la nostra presenza calma e affettuosa è la miglior medicina.

Quando però la situazione si aggrava, in presenza di malattie incurabili o in caso di età molto avanzata, è importante sapere che la normativa italiana (Legge 281/91) disciplina anche la possibilità di ricorrere all’eutanasia.

Il termine “eutanasia” deriva dal greco e significa “buona morte”. In ambito veterinario rappresenta una scelta difficile, mai presa alla leggera né dal proprietario né dal veterinario. Si tratta di un atto di profonda compassione, che richiede consapevolezza e lucidità.

È necessario arrivare preparati, mettendo al centro l’animale e la sua sofferenza, non il nostro dolore o il senso di colpa.

Quando si decide per l’eutanasia, è essenziale non trasmettere ansia o preoccupazione all’animale, ma mostrarsi sereni, come se si trattasse di una normale procedura terapeutica.

La tecnica si basa su due fasi: una prima iniezione induce una sedazione profonda, tale da addormentare l’animale in modo dolce e senza dolore. Dopo circa 15-20 minuti, viene somministrata una seconda iniezione, con un farmaco che arresta gradualmente le funzioni vitali.

L’animale non avverte nulla, passa semplicemente da un sonno profondo alla cessazione totale degli stimoli, fino alla morte, che viene poi accertata dal veterinario tramite auscultazione cardiaca.

Dopo il decesso, il veterinario chiederà al proprietario come intende procedere con la sepoltura.

Ogni regione e comune italiano ha regolamenti specifici: in alcuni casi è consentita la sepoltura in giardino privato, ma ormai in tutta Italia esistono agenzie specializzate che offrono soluzioni dignitose e rispettose.

Sarà comunque necessario comunicare la morte dell’animale all’ASL o al Comune, tramite un certificato veterinario che attesti il decesso, riporti il numero del microchip e confermi l’assenza di malattie infettive contagiose.

Affrontare la perdita di un animale domestico è sempre doloroso. Che si tratti di un cane, un gatto, un uccello o qualsiasi altro compagno di vita, la loro assenza lascia un grande vuoto.

Spesso il senso di colpa ci assale, perché la decisione finale è stata – presa da noi, senza il loro consenso.

 

Ma dobbiamo cercare di pensare alla morte come a un ultimo gesto di amore, che dona pace e sollievo, evitando ulteriori sofferenze a chi ci è stato accanto con fedeltà per tutta la vita.

Accompagnarli con dignità e amore, fino all’ultimo istante, è il miglior modo per onorare tutto ciò che ci hanno dato.

 

Fonte: un articolo del dottor Gianpaolo Stocco, veterinario – tratto da Verdetà, agosto 2025
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